23 maggio 2021

Come chiedere l'aspettativa non retribuita

L'aspettativa non retribuita è un modo per assentarsi dal proprio lavoro da dipendente senza doversi licenziare.

In pratica il lavoratore congela il proprio posso e la mansione alla quale potrà tornare una volta che finirà il periodo di congedo.

Questa possibilità è ben chiarita nel contratto di lavoro ma in Italia, rispetto ad altri Paesi, non è richiesta da tante persone.

Come chiedere l'aspettativa non retribuita


Come chiedere l'aspettativa non retribuita

L'aspettativa non retribuita dal lavoro dipendente è disciplina dalla legge 53/2000 e può essere richiesta per specifici motivi quali:

  • motivi familiari
  • studio
  • motivi di salute
  • per svolgere volontariato
  • per cariche pubbliche o sindacali

Nel caso di motivi familiari gravi può essere fatta richiesta di aspettativa non retribuita per assistere il coniuge, il partner, i figli, i fratelli, i suoceri e i genitori, nonché gli affini entro il terzo grado se portatori di handicap.

Per quanto riguarda i motivi di salute questi vanno ricondotti alla partecipazione a programmi terapeutici nel caso di tossicodipendenza.

La domanda di aspettativa va presentata direttamente all'ufficio del personale del proprio datore di lavoro ed è differente nel caso si sia dipendente di un'azienda privata o di una pubblica.

I lavori del pubblico impiego possono richiederla per fare un lavoro in proprio.

Non tutte le aziende sono fiscali e chiedono una documentazione che comprovi la motivazione della richiesta. A me è stata concessa e così posso passare alcuni mesi facendo la nomade digitale e sfruttando questa opportunità per fare ciò che più mi piace: viaggiare.

Ogni contratto collettivo è differente ma, in genere, nell'arco della vita lavorativa si può richiedere l'aspettativa per un massimo di due anni, consecutivi o frazionati.

Una volta che la richiesta viene approvata si congela il proprio posto di lavoro sino al proprio rientro. In questi mesi non si maturano le ferie né l'anzianità lavorativa e si fa slittare anche il periodo pensionistico.

Questi aspetti possono rendere restie molte persone a richiedere l'aspettativa prevista dalla legge.

Nel periodo di aspettativa il dipendente riceve la regolare busta paga, dove non viene indicata la retribuzione, mentre si possono ottenere eventuali rimborsi calcolati con la presentazione della dichiarazione dei redditi.

Il lavoratore non può essere licenziato ma l'aspettativa può essere revocata se viene meno il motivo per la quale è stata richiesta. Ad esempio se si richiede per assistere un familiare e questo viene a mancare si deve rientrare al lavoro.

Opportunità offerte dal periodo di aspettativa

Il periodo di aspettativa può essere un'opportunità per la propria professionalità. Molti dipendenti a tempo indeterminato non vogliono lasciare il posto fisso e mettersi in gioco. Avere alcuni mesi a disposizione per valutare cosa si desidera fare è una grande opportunità.

Durante il periodo di aspettativa non si può svolgere un altro lavoro dipendente ma non è detto che non si possano fare alcuni lavori da freelance e valutare perciò se si possa lasciare il vecchio lavoro e magari fare i nomadi digitali.

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Piccolo manuale sull'aspettativa dal lavoro dipendente

Il Piccolo manuale sull'aspettativa è stato scritto da Paola Bertoni che ha proprio seguito questa via. Nel suo libro racconta la sua esperienza personale in diversi Paesi fornendo consigli utili per prepararsi a vivere questa esperienza unica.

L'autrice dopo il periodo di aspettativa è tornata al suo lavoro che però ha lasciato per aprire la partita IVA e lavorare in proprio col suo blog Pasta Pizza e Scones e con progetti nell'ambito del mondo digitale.

non volevo diventare come quei colleghi sempre pronti a lamentarsi, ma frenati dalla paura del cambiamento.

Leggere questo libro, un manuale semi-tecnico, permette di comprendere quali siano i pro e i contro dell'aspettativa non retribuita che va vista come un'opportunità unica.

In Italia prendere un anno sabbatico non è ben visto ma all'estero su questo fronte sono molto più aperti e lo vedono come un periodo nel quale formarsi, viaggiare e vivere nuove esperienze.

pensiamo che il posto fisso sia l'obiettivo di una vita, piuttosto che una semplice sicurezza economica in un percorso di carriera più o meno lungo.

Nel corso del tempo la visione della vita e le proprie priorità possono cambiare perciò non è mai troppo tardi per mettersi in gioco e seguire le proprie aspirazioni.


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